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La trappola dell’anoressia – parte 1

Elena Dacrema 23 Settembre 2015 Tag: , , Blog
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L’astinenza è più semplice della moderazione. Sant’ Agostino

L’anoressia è una sorta di epidemia per il quale non esiste agente contagioso.

Si presenta come la ricerca implacabile di un’estrema magrezza, non per mancanza di appetito o per mancanza di interesse per il cibo.

Dal punto di vista della diagnosi operativa e quindi della terapia breve strategica l’anoressia, come disturbo psicologico, è una sorta di compulsione all’evitamento alimentare che si struttura a partire da una progressiva restrizione degli alimenti. Restrizione che funziona, tanto che la persona, via via, non puo’ più fare a meno di restringere il cibo.

A questo punto sorge spontanea la domanda: ” A cosa serve questa ossessivo controllo sul cibo?”

Non tanto a controllare il cibo in sé e per sé. E’ una sorta di sfida a dover mostrare abnegazione e disciplina, un controllo che permette di sentirsi più forti, in generale, sui veri problemi della vita.

E’ come se si stabilisse nella mente di chi soffre di questo disturbo, un’equazione erronea del tipo:

Controllo ben riuscito del cibo = controllo di ogni aspetto della vita, di ogni emozione e sensazione che puo’ perturbare.


 

La terapia breve strategica presenta un’efficacia e efficienza dell’83% nel trattamento dei disturbi alimentari. Nei centri di Rapallo, Piacenza e Castel san Giovanni mi occupo di questa problematica e applico il modello strategico.

Per informazioni ulteriori sul tema dell’anoressia vi invito a leggere il prossimo articolo che verrà pubblicato.


 

Bibliografia e riferimenti web:

Bruch H., La gabbia d’oro: L’enigma dell’anoressia mentale, traduzione di Lotte Dann Treves, Milano, Feltrinelli, 1983
Nardone G., Verbitz T., Milanese R. (1999). Le prigioni del cibo. Vomiting Anoressia Bulimia. La terapia in tempi brevi  Ed. Ponte alle Grazie, Milano.
http://www.giorgionardone.it/dt-b.php?iID=51&tp=m

 

Presentazione del libro “EDUCAZIONE STRATEGICA”

Elena Dacrema 22 Maggio 2015 Tag: , , , , , , Blog
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Gli Psicologi e Psicoterapeuti Massimo Botti e Elena Dacrema, Ricercatori Associati presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo presentano il loro libro «Educazione strategica. Rimedi Strategici ad uso di genitori ed insegnanti alle prese con i ragazzi difficli». Sabato 30 maggio, ore 17. Salone Monumentale, Biblioteca Passerini-Landi.

Oltre ad illustrare casi concreti di intervento risolto, metteranno in evidenza alcune strategie efficaci alla soluzione delle più comuni problematiche infantili riguardanti la fascia che va dai 3 ai 14 anni.

http://passerinilandi.biblioteche.piacenza.it/sedecentrale/iniziative-ed-eventi/30-5-educazione-strategica

http://www.terapiastrategicapiacenza.it/eventi_e_workshop_10.html

I Social Network aiutano gli adolescenti?……

Elena Dacrema 11 Aprile 2015 Tag: , , , , , , , Blog
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Da quando si sono diffusi i Social Network, gli adolescenti utilizzano sempre più queste tecnologie per comunicare con gli altri ed avere informazioni sulle altre persone nell’ambito della loro rete sociale.

Le motivazioni che spingono adolescenti e giovani adulti ad utilizzare i Social Network sono le stesse motivazioni che solitamente spingono ad usare le tradizionali forme di comunicazione: stare in contatto con gli amici, fare progetti insieme, cercare di conoscere meglio le persone, presentarsi agli altri….dare una propria immagine di sè ..

L’adolescenza è un periodo della vita in cui il compito di sviluppo fondamentale è proprio quello di trovare un equilibrio tra l’autonomia  e la dipendenza dagli altri. Internet e i Social Network sono contesti nuovi per riflettere sulla propria identità e per sperimentarne nuove forme, per imparare e tentare di mettere in atto nuove competenze sociali e per sentirsi parte di un gruppo.

Da certi punti di vista Internet, anche se è una forma di comunicazione diversa da quelle precedenti, facilita e forse intensifica i compiti di sviluppo degli adolescenti. Ad esempio, aumenta le occasioni di relazioni tra pari, allarga le opportunità di far parte di gruppi e aumenta le possibilità di confidarsi e aprirsi agli altri quindi, per certi versi, può contribuire al benessere dell’adolescente. Inoltre, soprattutto adolescenti con buone abilità sociali beneficiano dell’utilizzo di Internet. Ovviamente,

ogni pregio rovesciato su se stesso diventa un difetto e

ogni difetto rovesciato su se stesso può diventare un pregio…

quindi ci sono alcuni fattori di rischio nell’utilizzo dei Social: un’eccessiva tendenza, quasi una pressione, a par vedere  e condividere la propria vita privata, fattore che aumenta la possibilità di avere feedback negativi dagli altri ed aumenta la possibilità di stabilire confronti “malsani”, ad esempio con modelli estetici o stili di comportamento da evitare.

In ogni caso, possiamo concludere che i Social non sono di per sè qualcosa di negativo, tutto dipende dall’uso che ne viene fatto.

 Il testo è tratto dai i risultati di questo articolo:

Lauren A. Spies Shapiro, L. A. & Margolin, G. (2014). Growing Up Wired: Social Networking Sites and Adolescent Psychosocial Development. Clinical Child and Family Psychology Review. 17:1–18

Cos’è il Cyberbullismo?

Elena Dacrema 20 Marzo 2015 Tag: , , , Blog
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Scuola: un alunno su cinque è malato di bullismo. Lo riconosci perché ha quattro merende. Stefano Andreoli e Alessandro Bonino (a cura di), Spinoza. Una risata vi disseppellirà, 2011

La nostra vita è ormai invasa da Internet che, per quanto pericoloso e minaccioso, attrae tutti quanti. E’ necessario però prendersi cura degli aspetti sociali delle nuove tecnologie, ai quali i ragazzi possono essere soggetti.

I dati qui presentati sono tratti da un articolo di Christopher B. Davison e Carl H. Stein della Ball State University .

Secondo gli autori qui citati il cyberbullismo può essere tanto dannoso quanto il bullismo ed è un fenomeno che colpisce tutti i gruppi d’età dalla fanciullezza all’adolescenza.Ma che cos’è? E’ un atteggiamento aggressivo ed intenzionale fatto da un individuo o un gruppo i quali usano come strumenti quelli elettronici. E’ un fenomeno che per essere definito tale deve realizzarsi in modo continuato e senza sosta contro qualcuno che non può opporsi o non riesce difendersi (Smith).

Nel rapporto tra bullo e vittima la vittima percepisce uno squilibrio di potere: la vittima fa fatica a difendersi dal bullo.

In un ottica terapeutica e di intervento quindi si fa strada la necessità di fortificare chi si percepisce debole e nella fattispecie la vittima.

In origine il cyberbullismo era praticato su Facebook, Instagram e altre forme di comunicazione on-line. Attualmente sta però cominciando ad includere altre forme: attraverso la diffusione di video, ad esempio con il cellulare, e nell’ambito di un’ampia gamma di siti, inclusi i siti dove si gioca on line.

Secondo i dati della Scuola di Comunicazione di Annenberg relativamente agli studenti Americani, il 68% degli studenti usa per  un po’ del tempo scolastico Internet e, comunque, gli adolescenti, in generale, spendono almeno 17 ore alla settimana, in media, su Internet.
Quindi la ricerca sul cyberbullismo è importante: proprio in adolescenza si formano gli schemi emozionali e cognitivi e si struttura quella che sarà la personalità adulta.

Ma qual sono i rischi del Cyberbullismo????….Ci vediamo al prossimo articolo!!!

Center for the Digital Future at the USC Annenberg School. (2010). The 2010 Digital Future Report. Retrieved from http://www.digitalcenter.org

Davison, C. B. & Carl H. Stein, C. H. (2014). The Dangers of Cyberbullying. North American Journal of Psychology Vol. 16, No. 3, 595-606

Smith, P. K., Mahdavi, J., Carvalho, M., Fisher, S., Russell, S., & Tippett, N.(2008). Cyberbullying: Its nature and impact in secondary school pupils. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 49, 376–385.