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Il potere della vulnerabilità

Elena Dacrema 24 Agosto 2023 Tag: , , , , Blog, Senza categoria
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Generalmente è difficile ammettere che abbiamo bisogno d’aiuto o che non sappiamo qualcosa. Pensiamo che mostrarci vulnerabili significhi essere “deboli”, pertanto cerchiamo di nascondere la nostra vulnerabilità e i nostri limiti.

Vogliamo far vedere agli altri che siamo “perfetti” e mettiamo in mostra la nostra immagine migliore per essere accettati.

Eppure la vulnerabilità può aiutarci a vivere una vita più serena.

Così ha mostrato anche la ricerca di Brenè Brown, ricercatrice, docente americana e conduttrice di podcast.

La ricerca, diventata famosa grazie ad un famoso discorso TED-X, ci illustra che mostrare la propria vulnerabilità agli altri è positivo.

Chi riesce a farlo riesce a creare connessioni sociali ed emozionali più forti e più intime.

Le persone che riescono a creare connessioni, infatti, riescono ad essere più compassionevoli e gentili con sé e con gli altri, riescono a mostrarsi maggiormente per ciò che sono nella loro IMPERFEZIONE.

Non temono di essere sinceri, trasparenti e farsi vedere per ciò che sono realmente.

Hanno il coraggio di essere vulnerabili ovvero accettano le proprie debolezze e fragilità.

Talvolta è difficile toglierci le nostre maschere e mostrare le nostre debolezze: non riusciamo a chiedere aiuto, temiamo di dimostrarci dubbiosi in un mondo in cui tutti sembrano avere risposte e certezze.

Eppure è bene allenarsi sia a chiedere aiuto sia a ridurre le nostre aspettative e a porre dei limiti a quello che vorremmo o dovremmo fare.

Nascondere la propria debolezza e voler sembrare perfetti infatti significa farsi conoscere per quello che non si è realmente.

Inoltre tendiamo a mostrare le nostre fragilità nella vita privata, con amici e famigliari mentre pensiamo non vada fatto in pubblico e sul lavoro.

In realtà è normale avere punti deboli. Anche sul lavoro non si può essere bravi in tutto! Persino tra colleghi può essere positivo, una sorta di sollievo, cercare aiuto o ammettere che si è meno portati per un certo aspetto del lavoro. Tutto questo aiuta a creare anche maggiore sintonizzazione nel gruppo.

Bibliografia

The Gifts of Imperfection: Let Go of Who You Think You’re Supposed to Be and Embrace Who You Are. Center City, MN: Hazelden. 160 pp. ISBN 978-1-59285-849-1 (2010)

TED TALK: https://brenebrown.com/videos/ted-talk-the-power-of-vulnerability/

Immagine: quote card tratta da https://brenebrown.com/the-atlas-art/

INTERVISTA SU VIVERSANI & BELLI

Elena Dacrema 2 Febbraio 2019 Tag: , , , Senza categoria

E’ giusto che i figli si costruiscano la propria strada e il proprio benessere?

Ecco la mia intervista per il settimanale Viversani & Belli – gennaio 2019.

Il Servizio è di Antonella De Minico.

Il tema riguarda il rapporto genitori-figli.

Secondo alcuni vip il benessere economico va conquistato e non ereditato…. E’ giusto oppure no?

Buona lettura!

 

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Come costruirsi paranoie amorose

Elena Dacrema 7 Giugno 2018 Tag: , , , Blog, Senza categoria
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Nel presentarvi questo tema prendo spunto da un libro che ho letto recentemente “Un amore di Marito” di Sveva Casati Modignani, per illustrarvi come è possibile, in coppia, costruire credenze rigide che cerchiamo di confermare a tutti i costi, anche laddove sono disfunzionali.

Nel libro, Alberta, commessa sulla quarantina e donna assai soddisfatta del suo matrimonio, decide un giorno di fare una commissione in pausa pranzo e, in questa circostanza, vede accidentalmente suo marito seduto in un bar-ristorante con una bionda. Prova subito a chiamare il marito col cellulare ma costui non risponde…ha il telefono spento.

Da quel momento Alberta comincia a costruirsi l’idea che il marito la sta tradendo, allora legge i messaggi del consorte. Nota dei messaggi sospetti mandati ad una certa Sarah dove lui si esprime con frasi del tipo: “Non ti deluderò…Ci troviamo a casa tua alle ore.. Ti aspettano due ore di massacro”.

Così Alberta pensa che anche durante il viaggio di lavoro che il marito dovrà fare a Berlino ci sia questa “certa” Sarah, e che il viaggio sia un pretesto per passare notti di passione con lei.

Alberta comincia addirittura a pensare ai modi migliori per lasciare o per “far fuori” quel marito per cui tanto si era sacrificata, rinunciando agli studi universitari.

Fortunatamente, Alberta dovrà ricredersi di tutte le sue “paranoie”. Sarah non è affatto l’amante e il marito Leo non la sta tradendo, anzi, sta preparando per lei una bella S S sorpresa che non vi anticiperò per non rovinarvi la piacevole lettura di questo libro.

Per tornare alla Psicologia, come diceva Virginia Woolf “è più difficile uccidere un fantasma che una realtà”.

Normalmente vediamo ciò che i piace vedere tanto che a volte lo vediamo dove non c’è.

Questo accade anche in alcune coppie, nelle quali dopo che l’innamoramento fisiologico iniziale e’ finito, cadono le illusioni dell’amore perfetto e si comincia a vedere il compagno o la compagna sotto una luce differente. Talvolta esagerando nel vedere il compagno o la compagna in negativo, talvolta ad essere convinti che tanto prima o poi ci tradirà…

Attenzione, questo meccanismo volto a cercare conferme alle proprie paure, potrebbe rovinare e distruggere la vostra coppia..proprio come rischiava di fare Alberta.

 

Bibliografia

Sveva Casati Modignani, Un amore di Marito. Sperling e Kupfer, 2011.

Anoressia: significati e soluzioni

Elena Dacrema 1 Agosto 2017 Tag: Blog, Senza categoria
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“L’astinenza perfetta è più facile della perfetta moderazione”. Agostino da Ippona

L’anoressia  colpisce perlopiù individui di sesso femminile in età prepuberale e puberale. E’  caratterizzata dal rifiuto del cibo sulla base dell’idea di essere grasse. Idea che rispecchia però una percezione alterata del peso e del corpo: infatti i soggetti che ne soffrono non sono persone grasse ma prevalentemente ragazze che stanno sempre più dimagrendo.

Si stabilisce un fenomeno assurdo per cui più dimagrisco e più mi vedo grassa in quanto il dimagrimento elevato causa distorsioni percettivo-cognitive che portano alla persona a vedere il proprio corpo con una sorta di lente deformante.

Di recente si osserva come la grave sintomatologia restrittiva esploda molto rapidamente e con cali di peso vertiginosi nell’arco di pochi mesi: La maggioranza delle ragazze che riescono a mandare avanti questo stile restrittivo oppure la sua variante (abbuffate con vomito o  compensazione con esercizio), a causa delle conseguenze del problema, si chiudono in isolamento che conduce la patologia a peggiorare ulteriormente.

Centrale nell’anoressia è la dimensione del rifiuto che può avere varie funzioni:

  • Il rifiuto può essere una domanda di “qualcosa” a “qualcuno”: l’anoressia nella sua forma isterica/nevrotica orchestra il rifiuto come un desiderio di essere a propria volta desiderati/tenuti in considerazione dall’altro (ad es. il genitore).
  • Il rifiuto come difesa dalla pulsione – infatti il calo ponderale provoca nel soggetto una sorta di anestesia affettivo-emotiva, una sorta di armatura protettiva dalle emozioni.
  • Il rifiuto come modalità di separazione: attraverso il “NO!” al cibo e a tutto ciò che è piacevole la persona ha l’illusione di essere totalmente indipendente dall’altro.
  • Rifiuto nella funzione di godimento: l’anoressica nevrotica dell’insoddisfazione/privazione che si provoca.

Al di là dei significati, spesso però la vera conoscenza del problema è la sua soluzione.

A livello di trattamento, la psicoterapia per l’anoressia giovanile ( che si sviluppa dalla giovane età fino ai 19 ani) richiede un intervento che coinvolga direttamente i genitori, nel caso dell’anoressia adulta invece è più funzionale un processo terapeutico individuale.


Riferimenti Bibliografici

Cosenza D. (2008), Il Muro dell’Anoressia. Casa ed. Astrolabio – Ubaldini Editore, Roma.

Nardone G., Portelli C. (2005), Knowing through changing: The evolution of brief strategic therapy, Crown House Publishing, Glasgow.

Nardone G., Valteroni E. (2017), L’anoressia giovanile, Ponte alle Grazie, Milano.