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INTERVISTA SU VIVERSANI & BELLI

Elena Dacrema 2 Febbraio 2019 Tag:, , , Senza categoria

E’ giusto che i figli si costruiscano la propria strada e il proprio benessere?

Ecco la mia intervista per il settimanale Viversani & Belli – gennaio 2019.

Il Servizio è di Antonella De Minico.

Il tema riguarda il rapporto genitori-figli.

Secondo alcuni vip il benessere economico va conquistato e non ereditato…. E’ giusto oppure no?

Buona lettura!

 

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Anoressia: significati e soluzioni

Elena Dacrema 1 Agosto 2017 Tag: Blog, Senza categoria
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“L’astinenza perfetta è più facile della perfetta moderazione”. Agostino da Ippona

L’anoressia  colpisce perlopiù individui di sesso femminile in età prepuberale e puberale. E’  caratterizzata dal rifiuto del cibo sulla base dell’idea di essere grasse. Idea che rispecchia però una percezione alterata del peso e del corpo: infatti i soggetti che ne soffrono non sono persone grasse ma prevalentemente ragazze che stanno sempre più dimagrendo.

Si stabilisce un fenomeno assurdo per cui più dimagrisco e più mi vedo grassa in quanto il dimagrimento elevato causa distorsioni percettivo-cognitive che portano alla persona a vedere il proprio corpo con una sorta di lente deformante.

Di recente si osserva come la grave sintomatologia restrittiva esploda molto rapidamente e con cali di peso vertiginosi nell’arco di pochi mesi: La maggioranza delle ragazze che riescono a mandare avanti questo stile restrittivo oppure la sua variante (abbuffate con vomito o  compensazione con esercizio), a causa delle conseguenze del problema, si chiudono in isolamento che conduce la patologia a peggiorare ulteriormente.

Centrale nell’anoressia è la dimensione del rifiuto che può avere varie funzioni:

  • Il rifiuto può essere una domanda di “qualcosa” a “qualcuno”: l’anoressia nella sua forma isterica/nevrotica orchestra il rifiuto come un desiderio di essere a propria volta desiderati/tenuti in considerazione dall’altro (ad es. il genitore).
  • Il rifiuto come difesa dalla pulsione – infatti il calo ponderale provoca nel soggetto una sorta di anestesia affettivo-emotiva, una sorta di armatura protettiva dalle emozioni.
  • Il rifiuto come modalità di separazione: attraverso il “NO!” al cibo e a tutto ciò che è piacevole la persona ha l’illusione di essere totalmente indipendente dall’altro.
  • Rifiuto nella funzione di godimento: l’anoressica nevrotica dell’insoddisfazione/privazione che si provoca.

Al di là dei significati, spesso però la vera conoscenza del problema è la sua soluzione.

A livello di trattamento, la psicoterapia per l’anoressia giovanile ( che si sviluppa dalla giovane età fino ai 19 ani) richiede un intervento che coinvolga direttamente i genitori, nel caso dell’anoressia adulta invece è più funzionale un processo terapeutico individuale.


Riferimenti Bibliografici

Cosenza D. (2008), Il Muro dell’Anoressia. Casa ed. Astrolabio – Ubaldini Editore, Roma.

Nardone G., Portelli C. (2005), Knowing through changing: The evolution of brief strategic therapy, Crown House Publishing, Glasgow.

Nardone G., Valteroni E. (2017), L’anoressia giovanile, Ponte alle Grazie, Milano.