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La paura: da risorsa a limite

Elena Dacrema 5 Dicembre 2020 Tag: , , Blog
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"Viviamo nella paura ed è così che non viviamo."Gotayama Buddha

La paura è un’emozione estremamente potente e veloce.

Ci consente di avere reazioni nell’ordine dei millesimi di secondo.

E’ anche l’emozione più frequentemente sperimentata rispetto a dolore, piacere e rabbia.

La paura di per sé è una risorsa che ci permette di preservarci allorquando c’è un pericolo ed è per questo che scatta velocemente: pensiamo a quando guidiamo e avvistiamo un pericolo sulla strada. La paura ci farà reagire velocemente ed evitare l’ostacolo.

Oppure pensiamo a un’eventuale aggressione: possiamo scappare o aggredire a nostra volta…

I meccanismi originariamente messi in atto dalla paura e che hanno aiutato l’uomo ad evolversi sono proprio la fuga e l’attacco.

Il corpo e la mente hanno molte risposte automatiche: Il battito cardiaco accelera, il corpo si prepara all’azione e la mente è in uno stato di allerta.

La paura quindi è una risorsa che aiuta ed ha aiutato l’uomo nella propria auto-conservazione ma se eccessiva può diventare un limite.

Può diventare un limite quando abbiamo paura di qualcosa e – avendo sperimentato sensazioni negative -abbiamo paura che quella esperienza sgradevole di paura capiti ancora.

“ Il pauroso edifica i suoi timori e poi ci si installa sopra”

Inoltre a volte il pericolo può essere immaginato e questo basta ad evocare le stesse riposte della mente e del corpo.

Il bello e il brutto delle paure è che sono tante quante se ne possono inventare…(zoofobia, paura di guidare, paura di perdere il controllo, paura delle malattie, paura di morire, di arrossire, dell’altezza e delle vertigini…)

La paura si installa sulla base del possibile (qualunque cosa l’individuo possa pensare).

Quando una paura diventa invalidante?

  • Se continuiamo ad evitarla: ogni evitamento prepara il successivo
  • Se chiediamo la protezione continua degli altri: ogni volta che una persona mi aiuta si instaura il meccanismo del cosiddetto “pronto soccorso”. Mi aiutano perché mi vogliono bene ma nello stesso momento il messaggio è che non posso farcela da solo!
  • L’ascolto di ogni sintomo legato alla paura non fa altro che aumentare la paura stessa. Se ascoltiamo e monitoriamo continuamente parametri spontanei li mandiamo in tilt :si realizza il cosiddetto controllo che fa perdere il controllo
  • Parlare della paura fa accrescere la paura : è come mettere un fertilizzante su una pianta che si ingigantisce fino a diventare un baobab.

La Terapia breve strategica è un metodo molto efficace ed efficiente per aiutare le persone a superare le proprie paure invalidanti. Nei miei studi di Piacenza, Castelsangiovanni (PC) e Rapallo (GE) aiuto le persone a risolvere problemi in breve tempo applicando questo tipo di approccio.

Bibliografia e sitografia 

http://atlasofemotions.org/

Nardone, G. (1993). Paura, Panico, Fobie. Firenze: Ponte alle Grazie

Nardone, G. (2000). Oltre i limiti della paura. Milano: Rizzoli.

Nardone, G. (2003). Non c’è notte che non veda il giorno. Milano: Ponte alle Grazie.

Emozioni …come gestirle?

Elena Dacrema 4 Novembre 2020 Tag: , , , Blog
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"L’aspetto delle cose varia secondo le emozioni; e così noi vediamo magia e bellezza in loro, ma, in realtà, magia e bellezza sono in noi."Khalil Gibran

Le emozioni – paura, rabbia, piacere, dolore – sono il nostro bagaglio più antico, la nostra parte più ancestrale. Proprio per questo motivo scattano come reazioni anche quando noi non lo vorremmo.

Preferiremmo essere in forma e sereni e poter scegliere cosa sentire e quando, invece non è così.

Le emozioni servivano ai nostri antenati per garantirsi la sopravvivenza, per attaccare il nemico o fuggire. Invece noi, uomini evoluti, quando ne sentiamo l’intensità ci spaventiamo e ci sentiamo vulnerabili anche perché certe reazioni come eccessiva rabbia e tristezza sono poco accettate socialmente.

Inoltre le emozioni che più facilmente reprimiamo sono quelle che, quando eravamo piccoli, gli adulti tolleravano meno da noi o che loro stessi erano difficilmente in grado di gestire.

Cosa facciamo allora?

Impariamo, così, a tenere le emozioni “sotto coperta”, a soffocare le emozioni che valutiamo come indesiderabili ed esprimiamo solo quelle accettabili.

Avete presente quando qualcuno ha avuto un problema e gli si chiede cosa fa per venirne fuori? La risposta tipica è “mi tengo occupato”. Questo è un meccanismo di difesa utile nel breve periodo ma poi diventa un meccanismo automatico che ci rende difficile arrivare a ciò che sentiamo veramente.

Le emozioni invece ci parlano di chi siamo e di quello che veramente vogliamo.

Cosa dovremmo fare?

“Ognuno di noi” recita un detto cinese, “va a dormire ogni notte con una tigre accanto. Non puoi sapere se questa al risveglio vorrà leccarti o vorrà sbranarti.”

La tigre siamo noi stessi con i nostri limiti e le nostre emozioni e l’unico modo per vivere bene è renderci amica la nostra tigre interiore.

In altre parole, il consiglio è di gestire le nostre emozioni concedendo loro uno spazio ed un tempo.

Se sono arrabbiato devo evitare di lasciar libera la rabbia socializzandola con tutti o aggredendo chi mi sta attorno, piuttosto dovrò dedicare a lei un tempo quotidiano in cui poterla ascoltare e scriverla.

Se sono triste devo evitare di socializzare il dolore e lasciarmi andare ad esso disperandomi, piuttosto dovrò dedicare uno spazio quotidiano al mio dolore.

Più cerchiamo di scacciare via un’emozione e più ci rincorrerà prepotentemente, quello che invece dovremmo fare è di ricercarla volontariamente.

Cantava saggiamente Vasco Rossi in una sua canzone che recitava:

Ho fatto un patto sai con le mie emozioni…
le lascio vivere e loro non mi fanno fuori!

Bibliografia e fonti

Nardone, G. (2003). Cavalcare la propria tigre. Ponte alle grazie

Nardone, G. (2019). Emozioni: istruzioni per l’uso. Ponte alle grazie

Rossi, V. da Manifesto futurista della nuova umanità, n. 2 Vivere o niente

Irene SmitAstrid Van Der Hulst  (2017). A Book That Takes Its Time: An Unhurried Adventure in Creative Mindfulness. Workman Publishing. New York.