Tag <span class=emozioni" src="https://www.elenadacrema.com/wp/wp-content/uploads/2014/08/cropped-ele-4.jpg">

Tag emozioni

RABBIA…COME GESTIRLA?

Elena Dacrema 11 Luglio 2024 Tag: , , , , , , , Blog
featured image

“Trattenere la rabbia è come impugnare un carbone ardente con l’intento di lanciarlo a qualcun altro; sei tu l’unico che si brucia” Buddha

Prima di tutto, la rabbia è un segnale e come tale può essere molto utile.

Anche nella storia assistiamo sovente alla situazione in cui il mondo non cambia finchè le persone non protestano ed esprimono il loro malcontento. Esprimere la rabbia è utile anche quando difendiamo i nostri propri diritti o valori che riteniamo importanti.

Nonostante la sua utilità il più delle volte tale emozione è valutata negativamente, così come per la paura, la vergogna e la tristezza.

Può manifestarsi in vari gradi: dall’irritazione alla furia cieca.

Quindi, al di là dei momenti in cui la rabbia si manifesta come un’energia che ci aiuta a raggiungere i nostri obiettivi o a difendere ciò che riteniamo giusto, come possiamo gestirla efficacemente in modo da non implodere o esplodere?

Sicuramente la strada non è quella della repressione.

Infatti, quello a cui noi resistiamo tende a persistere.

Innanzitutto è utile capire analizzare/guardare la propria rabbia, vedere come si manifesta, quando, dove e a chi si rivolge.

In particolare, in terapia breve strategica aiutiamo il paziente che ci porta un problema nell’espressione o gestione della rabbia (nelle relazioni interpersonali, tra sé e sé o con il mondo) fornendo strumenti operativi che hanno lo scopo di cambiare il modo in cui la persona affronta il problema e di conseguenza il modo in cui percepisce la propria realtà circostante.

Bibliografia:

A Book That Takes Its Time : An Unhurried Adventure in Creative Mindfulness by Astrid van der Hulst, Irene Smit and Editors of Flow magazine (2017, Hardcover)

La paura: da risorsa a limite

Elena Dacrema 5 Dicembre 2020 Tag: , , Blog
featured image

"Viviamo nella paura ed è così che non viviamo."Gotayama Buddha

La paura è un’emozione estremamente potente e veloce.

Ci consente di avere reazioni nell’ordine dei millesimi di secondo.

E’ anche l’emozione più frequentemente sperimentata rispetto a dolore, piacere e rabbia.

La paura di per sé è una risorsa che ci permette di preservarci allorquando c’è un pericolo ed è per questo che scatta velocemente: pensiamo a quando guidiamo e avvistiamo un pericolo sulla strada. La paura ci farà reagire velocemente ed evitare l’ostacolo.

Oppure pensiamo a un’eventuale aggressione: possiamo scappare o aggredire a nostra volta…

I meccanismi originariamente messi in atto dalla paura e che hanno aiutato l’uomo ad evolversi sono proprio la fuga e l’attacco.

Il corpo e la mente hanno molte risposte automatiche: Il battito cardiaco accelera, il corpo si prepara all’azione e la mente è in uno stato di allerta.

La paura quindi è una risorsa che aiuta ed ha aiutato l’uomo nella propria auto-conservazione ma se eccessiva può diventare un limite.

Può diventare un limite quando abbiamo paura di qualcosa e – avendo sperimentato sensazioni negative -abbiamo paura che quella esperienza sgradevole di paura capiti ancora.

“ Il pauroso edifica i suoi timori e poi ci si installa sopra”

Inoltre a volte il pericolo può essere immaginato e questo basta ad evocare le stesse riposte della mente e del corpo.

Il bello e il brutto delle paure è che sono tante quante se ne possono inventare…(zoofobia, paura di guidare, paura di perdere il controllo, paura delle malattie, paura di morire, di arrossire, dell’altezza e delle vertigini…)

La paura si installa sulla base del possibile (qualunque cosa l’individuo possa pensare).

Quando una paura diventa invalidante?

  • Se continuiamo ad evitarla: ogni evitamento prepara il successivo
  • Se chiediamo la protezione continua degli altri: ogni volta che una persona mi aiuta si instaura il meccanismo del cosiddetto “pronto soccorso”. Mi aiutano perché mi vogliono bene ma nello stesso momento il messaggio è che non posso farcela da solo!
  • L’ascolto di ogni sintomo legato alla paura non fa altro che aumentare la paura stessa. Se ascoltiamo e monitoriamo continuamente parametri spontanei li mandiamo in tilt :si realizza il cosiddetto controllo che fa perdere il controllo
  • Parlare della paura fa accrescere la paura : è come mettere un fertilizzante su una pianta che si ingigantisce fino a diventare un baobab.

La Terapia breve strategica è un metodo molto efficace ed efficiente per aiutare le persone a superare le proprie paure invalidanti. Nei miei studi di Piacenza, Castelsangiovanni (PC) e Rapallo (GE) aiuto le persone a risolvere problemi in breve tempo applicando questo tipo di approccio.

Bibliografia e sitografia 

http://atlasofemotions.org/

Nardone, G. (1993). Paura, Panico, Fobie. Firenze: Ponte alle Grazie

Nardone, G. (2000). Oltre i limiti della paura. Milano: Rizzoli.

Nardone, G. (2003). Non c’è notte che non veda il giorno. Milano: Ponte alle Grazie.

Emozioni …come gestirle?

Elena Dacrema 4 Novembre 2020 Tag: , , , Blog
featured image

"L’aspetto delle cose varia secondo le emozioni; e così noi vediamo magia e bellezza in loro, ma, in realtà, magia e bellezza sono in noi."Khalil Gibran

Le emozioni – paura, rabbia, piacere, dolore – sono il nostro bagaglio più antico, la nostra parte più ancestrale. Proprio per questo motivo scattano come reazioni anche quando noi non lo vorremmo.

Preferiremmo essere in forma e sereni e poter scegliere cosa sentire e quando, invece non è così.

Le emozioni servivano ai nostri antenati per garantirsi la sopravvivenza, per attaccare il nemico o fuggire. Invece noi, uomini evoluti, quando ne sentiamo l’intensità ci spaventiamo e ci sentiamo vulnerabili anche perché certe reazioni come eccessiva rabbia e tristezza sono poco accettate socialmente.

Inoltre le emozioni che più facilmente reprimiamo sono quelle che, quando eravamo piccoli, gli adulti tolleravano meno da noi o che loro stessi erano difficilmente in grado di gestire.

Cosa facciamo allora?

Impariamo, così, a tenere le emozioni “sotto coperta”, a soffocare le emozioni che valutiamo come indesiderabili ed esprimiamo solo quelle accettabili.

Avete presente quando qualcuno ha avuto un problema e gli si chiede cosa fa per venirne fuori? La risposta tipica è “mi tengo occupato”. Questo è un meccanismo di difesa utile nel breve periodo ma poi diventa un meccanismo automatico che ci rende difficile arrivare a ciò che sentiamo veramente.

Le emozioni invece ci parlano di chi siamo e di quello che veramente vogliamo.

Cosa dovremmo fare?

“Ognuno di noi” recita un detto cinese, “va a dormire ogni notte con una tigre accanto. Non puoi sapere se questa al risveglio vorrà leccarti o vorrà sbranarti.”

La tigre siamo noi stessi con i nostri limiti e le nostre emozioni e l’unico modo per vivere bene è renderci amica la nostra tigre interiore.

In altre parole, il consiglio è di gestire le nostre emozioni concedendo loro uno spazio ed un tempo.

Se sono arrabbiato devo evitare di lasciar libera la rabbia socializzandola con tutti o aggredendo chi mi sta attorno, piuttosto dovrò dedicare a lei un tempo quotidiano in cui poterla ascoltare e scriverla.

Se sono triste devo evitare di socializzare il dolore e lasciarmi andare ad esso disperandomi, piuttosto dovrò dedicare uno spazio quotidiano al mio dolore.

Più cerchiamo di scacciare via un’emozione e più ci rincorrerà prepotentemente, quello che invece dovremmo fare è di ricercarla volontariamente.

Cantava saggiamente Vasco Rossi in una sua canzone che recitava:

Ho fatto un patto sai con le mie emozioni…
le lascio vivere e loro non mi fanno fuori!

Bibliografia e fonti

Nardone, G. (2003). Cavalcare la propria tigre. Ponte alle grazie

Nardone, G. (2019). Emozioni: istruzioni per l’uso. Ponte alle grazie

Rossi, V. da Manifesto futurista della nuova umanità, n. 2 Vivere o niente

Irene SmitAstrid Van Der Hulst  (2017). A Book That Takes Its Time: An Unhurried Adventure in Creative Mindfulness. Workman Publishing. New York.